Nel 1987 mio suocero, mio cognato ed io ultimammo la ricostruzione della baita di famiglia, allora era raggiungibile solamente a piedi od in moto da fuoristrada, la buona e vecchia "Campagnola FIAT" arrivava a stento a circa 2km di distanza.
Grazie ad alcune amicizie collegate al mio lavoro in alcuni casi potevamo contare sul qualche carico 'volante' trasportato da un elicottero Aloutte 315B - LAMA di un impresa privata con base in zona.
Lavorando già da alcuni anni come progettista elettronico realizzai quindi il primo impianto elettrico della baita utilizzando 2 pannelli fotovoltaici della Philips da 50W 12V ciascuno collegati in parallelo, all'epoca era quanto di meglio offriva il mercato. |
Per lo stoccaggio dell'energia prodotta utilizzai un gruppo di 6 batterie al piombo da 2V 350Ah della FIAMM collegate in serie (erano utilizzate come UPS presso una centrale Telecom, dismesse dopo solo 3 anni di servizio). |
Progettai quindi una semplice centralina di ricarica e regolazione, completamente analogica, che evitava sia la sotto-scarica che la sovra-scarica degli accumulatori; quando le batterie raggiungevano il 100% di carica, la produzione dei pannelli veniva commutata su una resistenza di riscaldamento e/o su una lampadina a 24v 50W posta all'esterno e visibile dalla montagna di fronte, questo serviva a fornire un carico continuo ai pannelli prolungandone la vita. |
Chiaramente tutta la rete di distribuzione della baita era a 12Vcc e veniva utilizzata esclusivamente per l'illuminazione, l'alimentazione di un apparato C.B., uno VHF ed un piccolo televisore.
Tale impianto ha funzionato egregiamente h24, 7/7, 365/365 giorni all'anno fino al 2009 quando è stato messo in pensione e sostituito da quello che descriverò nei prossimi articoli.
Al momento dello smontaggio le batterie avevano ancora il 70% della capacità nominale ed i pannelli avevano una resa in piena insolazione pari al 85% di quella di targa; questi sono ancora in funzione come mantenitori di carica per la batteria di un camper di amici.